COMUNICATO STAMPA ANC

BASTA AD INUTILI E DANNOSE COLPEVOLIZZAZIONI COLLETTIVE

Roma, 6 agosto 2013

Nei giorni scorsi abbiamo avuto occasione di leggere su molti quotidiani la notizia di una frode da sessanta milioni di euro, nella quale risulterebbero coinvolti alcuni professionisti.

A puro titolo esemplificativo, a pag. 18 del Giornale del 3 agosto, viene messa in primo piano, all’interno del titolo, la responsabilità dei “commercialisti” senza meglio specificare che si tratta di specifiche persone e non di un’intera categoria.

Come professionista, ancor prima che come rappresentante di categoria, non posso non sentirmi chiamato in causa, ritenendo doveroso ricordare come non sia accettabile vedere criminalizzata la categoria di oltre 114 mila commercialisti che ogni giorno svolgono il proprio lavoro di fronte a mille difficoltà, sobbarcandosi il ruolo di interpretare norme fiscali opache e complicate, favorendone la comprensione l’accettazione e il rispetto da parte del cittadino contribuente.

Non possiamo certamente chiudere gli occhi o nascondere la testa sotto la sabbia, di fronte a macroscopiche vicende che coinvolgono alcuni professionisti (anche se talvolta il termine “commercialista” viene usato per indicare personaggi che abusivamente esercitano la professione), ma la campagna di discredito alla quale assistiamo quotidianamente a mezzo stampa e tv ci ha veramente sfinito, anche in considerazione del fatto che è sotto gli occhi di tutti come comportamenti criminali si possano riscontrare in qualsiasi categoria, dalle organizzazioni politiche, fino alle forze dell’ordine.

Siamo tacciati ovunque, esplicitamente o velatamente, di essere complici od orchestratori di evasioni grandi o piccole che siano; mai si legge di noi come di coloro che anche ora, e fino ad agosto inoltrato, tengono aperti gli studi ed impegnati i propri collaboratori perché le scadenze fiscali si trascinano a causa di lungaggini e ritardi imputabili all’amministrazione finanziaria, e perché ancora, dopo anni di richieste in tal senso, non si è riusciti ad ottenere un calendario di adempimenti minimamente razionale.

Non pretendiamo ribalte che ci santifichino ma, chiediamo che il nostro lavoro, se non riconosciuto, sia almeno rispettato e che la categoria non sia vittima di pubbliche colpevolizzazioni indistinte di fronte ad episodi di illecito che riguardano singole persone.

Marco Cuchel – Presidente ANC

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