Emergenza sanitaria e Professionisti – Intervista al Presidente Cuchel

Intervista rilasciata oggi dal Presidente ANC Marco Cuchel all’emittente Radio Radio

 

CONFPROFESSIONI: QUATTRO MILIONI DI EURO PER L’EMERGENZA NEGLI STUDI PROFESSIONALI

Con un comunicato Confprofessioni ha reso noto le misure varate dal Sistema a sostegno del comparto delle professioni per fronteggiare l’emergenza.  Di seguito la nota stampa diffusa.

Coronavirus, quattro milioni di euro per fronteggiare l’emergenza negli studi professionali

Ebipro vara una serie di misure straordinarie per tutelare i professionisti e salvaguardare i livelli occupazionali nel settore. Sostegno al reddito, smart working e accesso al credito per garantire continuità al lavoro

Oltre quattro milioni di euro per fronteggiare l’emergenza lavoro negli studi professionali colpiti dal Coronavirus.
Confprofessioni, d’intesa con le parti sociali del settore, mobilita tutti gli enti bilaterali del Ccnl degli studi professionali (Ebipro, Cadiprof e Fondoprofessioni) per dare un aiuto concreto ai liberi professionisti che stanno affrontando gravissime difficoltà sul piano economico e occupazionale causate dalla diffusione del virus Covid 19. Per tutti gli studi professionali interessati dall’emergenza sanitaria l’Ente bilaterale per gli studi professionali (Ebipro) ha varato una serie di misure straordinarie che mirano a erogare un contributo a sostegno del reddito e un rimborso spese per agevolare lo smart working. Inoltre, Ebipro ha definito un protocollo d’intesa con Fidiprof, il confidi degli studi professionali soggetto garante autorizzato dal Mediocredito Centrale, che riconosce un contributo per rilasciare garanzie su finanziamenti per investimenti o liquidità per 7,5 milioni di euro, con l’obiettivo di favorire l’accesso al credito dei liberi professionisti.

«La situazione degli studi professionali è allarmante. In molte aree del Paese l’attività si è ridotta drasticamente, causando gravi rischi sulla tenuta economica e occupazionale», afferma il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. «Al di là delle misure messe in campo dal Governo, il nostro sistema della bilateralità ha il dovere di intervenire tempestivamente per tutelare i professionisti e assicurare continuità al lavoro negli studi professionali. Le risorse finanziarie messe in campo dalla nostra bilateralità sono certamente importanti in questa fase di emergenza, ma dobbiamo pensare anche a una fase post emergenza per rilanciare l’attività degli studi professionali. E in questa direzione stiamo lavorando al fianco del Governo Conte per individuare tutti gli strumenti e le misure necessarie».

«Oggi l’emergenza Coronavirus ci pone davanti oggettive problematicità nella gestione e nell’organizzazione del lavoro negli studi professionali», aggiunge Leonardo Pascazio, presidente di Ebipro. «Moltissimi lavoratori sono costretti a rimanere a casa e organizzare il proprio lavoro in maniera differente. In questa fase emergenziale, abbiamo deciso di incrementare le prestazioni di sostegno al reddito, cui si aggiunge un contributo che andrà a integrare gli ammortizzatori sociali in deroga stanziati dal Governo e dalle Regioni. A queste misure si affianca anche un rimborso spese a favore dei datori di lavoro che mira ad agevolare lo smart working dei loro dipendenti. Inoltre – continua Pascazio – la chiusura forzata delle scuole sta creando enormi disagi negli studi professionali, dove il 90% della forza lavoro è composta da donne che devono conciliare gli impegni di lavoro con quelli della famiglia. In questa direzione stiamo lavorando per individuare ulteriori forme di sostegno che consentano una più efficace conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Il nostro impegno non vuol essere solo un segnale di attenzione alle difficoltà degli studi, ma un aiuto concreto per i lavoratori e anche per i liberi professionisti che inevitabilmente subiranno gli effetti negativi dell’emergenza sanitaria, in termini di fatturato ed incassi».

Le risorse messe a disposizione da Ebipro ammontano a oltre quattro milioni di euro, che verranno distribuiti su tre linee di intervento specifiche: sostegno al reddito, smart working, garanzie Fidiprof su prestiti e finanziamenti. A strettissimo giro saranno disponibili sul sito di Ebipro i regolamenti per accedere ai benefici previsti dalla bilateralità di settore.

Sostegno al reddito. Gli studi professionali possono accedere alle misure sul sostegno al reddito già previste dal Ccnl degli studi professionali. In questi casi, il beneficio consiste in un contributo a sostegno della retribuzione oraria lorda persa in seguito a riduzione/sospensione dell’orario di lavoro. Allo studio interventi per integrare gli ammortizzatori sociali in deroga.

Smart working. Il decreto emanato dal Governo prevede la possibilità di attivare lo smart working per tutta la durata dell’emergenza. In questo ambito Ebipro per agevolare il lavoro a distanza  interviene con un rimborso a favore del datore di lavoro per le spese sostenute nell’acquisto degli strumenti necessari (personal computer, monitor, stampanti…). L’importo viene riconosciuto per ciascun lavoratore interessato.

Accesso al credito. Ebipro, attraverso Gestione Professionisti, ha stanziato un contributo a Fidiprof che potrà consentire l’accesso a finanziamenti per investimenti e liquidità per 7,5 milioni di euro a favore dei liberi professionisti che avranno così l’opportunità di accedere alle garanzie dello Stato, rilasciate dal Mediocredito Centrale, per far fronte alle esigenze di credito per tutta la durata dell’emergenza, ma anche per stimolare la ripresa delle attività degli studi post emergenza.

COMUNICATO ANC- CONFIMI INDUSTRIA 09.03.2020

ANC – CONFIMI INDUSTRIA

Nota congiunta

 DETRAZIONE IVA: INVIATA NUOVA DENUNCIA ALLA COMMISSIONE UE

Chiediamo, senza eccezioni, il rispetto dei principi su cui si fonda l’imposta

Roma, 09/03/2020. È stata spedita oggi la nuova missiva ANC e Confimi indirizzata alla Commissione UE per denunciare la violazione del principio di equivalenza e neutralità della disciplina Iva nazionale in materia di detrazione. La problematica è limitata alle situazioni riconducibili alle fatture di fine anno il cui possesso, inequivocabilmente tracciato in regime di fatturazione elettronica, si perfeziona nei primi giorni del nuovo anno e, per i soggetti che hanno cessato l’attività il 31/12/2019, si presume anche la violazione del principio di effettività del diritto o comunque del principio di proporzionalità laddove si ipotizzino soluzioni attraverso istanze di rimborso anomalo. Ancora più complessa risulta la situazione nel caso in cui l’acquisto pagato e fatturato nel 2019, ma con fattura elettronica recapitata a inizio 2020, riguardi operazioni in inversione contabile.

La norma incriminata è l’articolo 1, comma 1, del D.P.R. 23 marzo 1998, n. 100, come modificato dall’art. 14, comma 1, del D.L. 23 ottobre 2018, n. 119 convertito in legge, con modificazioni, dalla L. 17 dicembre 2018, n. 136, nella parte che segue: “fatta eccezione per i documenti di acquisto relativi ad operazioni effettuate nell’anno precedente.

Sul fatto che non contrasti con i principi unionali il D.P.R n. 100/98 nel riconoscere la possibile retro imputabilità al mese di effettuazione delle fatture passive il cui possesso si perfeziona in tempo utile per la liquidazione (più precisamente entro il 15 del mese successivo), la Commissione si è già espressa (TAXUD C3 D(2018)6177124 del 13/11/2018) in risposta alla sollecitazione avanzata da ANC e Confimi nel contesto dell’istruttoria della precedente denuncia presentata a maggio 2017[1].

Quello che non è comprensibile è che, per l’effetto della citata eccezione, questo principio funzioni per la norma nazionale solamente 11 mesi su 12. Non vi sono motivi, infatti, se non quelli iniquamente riconducibili al fatto che l’Erario punta a far temporaneamente cassa giocando sulle differenze temporanee dei flussi; il principio di neutralità vieta però che l’Iva gravi sugli operatori intermedi poiché l’Iva è un’imposta sui consumi che deve gravare solo sui consumatori finali.

Abbiamo responsabilmente atteso anche la conversione del D.L. 30 dicembre 2019, n. 162 (decreto milleproroghe) ma nulla di fatto: anche l’emendamento 4.024 al disegno di legge C.2325 di conversione del “milleproroghe”, che proponeva di abrogare detta eccezione, è stato infatti dichiarato “inammissibile” per veti superiori.

Si tratta di una situazione palesemente irrazionale che a nostro giudizio viòla anche principi di matrice costituzionale quali quello di proporzionalità, ragionevolezza ed equità. Purtroppo l’esperienza italiana insegna che è poco proficuo confidare ed invocare il rispetto di detti principi (basti pensare a quante volte legislatore e Amministrazione finanziaria hanno disatteso i principi dello Statuto del Contribuente che, per inciso, il prossimo luglio compirà i suoi primi poco esaltanti 20 anni) e pertanto, come annunciato lo scorso gennaio (comunicato congiunto del 21/1/2020), abbiamo nostro malgrado ritenuto necessario adire nuovamente la Commissione UE nell’auspicio di richiami sovrannazionali al rispetto dei principi su cui si fonda l’imposta.

Marco Cuchel

Presidente ANC – Associazione Nazionale Commercialisti

 Flavio Lorenzin

Vice Presidente Confimi Industria – Confederazione dell’Industria Manifatturiera italiana e dell’Impresa Privata – con delega alle semplificazioni e ai rapporti con la Pubblica Amministrazione

[1] Denuncia che riguardava la presunta violazioni ai principi comunitari (neutralità, proporzionalità, equivalenza ed effettività) delle novità introdotte in materia di detrazione dall’articolo 2 del D.L. 50/2017.

Comunicato stampa ANC-CONFIMI 09 03 2020_Nuova denuncia su Detrazione IVA

RASSEGNA STAMPA – Alcuni articoli  riguardanti la denuncia presentata dalle Associazioni ANC e Confimi Industria

09.03.2020_Ipsoa-denuncia-ANC-CONFIMI

10.03.2020_Eutekne-denuncia-ANC-CONFIMI

10.03.2020_Informazione Fiscale _Denuncia ANC-CONFIMI

11.03.2020_Ipsoa-detrazione-iva-una-disciplina-che-non-funziona-sempre

 

LETTERA DELLE ASSOCIAZIONI AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E AL MINISTRO DELL’ECONOMIA

In data 6 marzo le Associazioni nazionali di categoria hanno indirizzato al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Economia la richiesta di interruzione e rinvio delle udienze in seno alle Commissioni tributarie provinciali e regionali, nonché la sospensione degli ulteriori termini processuali quale misura preventiva necessaria al contenimento dell’emergenza sanitaria in atto.

La lettera congiunta delle Associazioni Richiesta Sospensione udienze CT

 

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO ADC-ANC 04.03.2020

ADC – ANC

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

ALLE COMMISSIONI PARLAMENTARI NON SERVE LA PROFESSIONALITÀ DEI CONSULENTI INCARICATI

Roma, 4 marzo 2020

L’approvazione, questa mattina, del Regolamento della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, da parte della preposta Commissione, ha recepito l’emendamento che prevede la prestazione “a titolo gratuito” da parte dei consulenti esterni che saranno chiamati a collaborare.

Nonostante la pioggia di  appelli al redde rationem da parte di istituzioni e associazioni professionali, per la prima volta compatti su un’unica linea che ha trovato d’accordo Ordini, Casse di previdenza e Associazioni (CNDCEC, ADC-ANC, Confprofessioni, Adepp, Cup, Attuari, Rete Professioni Tecniche, Aiga), e nonostante il parere negativo e trasversale di esponenti parlamentari, non c’è stato alcun cambio di rotta rispetto alla bozza presentata e il colpo al principio dell’Equo compenso (da poco riconosciuto dallo stesso Parlamento) è stato inferto. Il modo risoluto con cui la politica ha alzato un muro nei confronti del mondo delle professioni, negando una seppur minima concessione alla previsione di un compenso, sembra una prova di forza forse prodromica di ulteriori attacchi futuri.

In sostanza, la Commissione ha deciso di affidarsi, per affrontare una materia complessa e delicata come quella del sistema bancario e finanziario, a prestazioni gratuite, calpestando anni di battaglie, da parte del comparto delle professioni intellettuali, contro una selvaggia deregulation che provoca la fuga dalle professioni ordinistiche di tanti giovani.

Il paradosso che esprime questo regolamento prende forma in modo ancor più evidente se pensiamo che all’interno dei nostri studi di commercialisti non possiamo neanche elaborare a titolo gratuito le dichiarazioni dei redditi dei nostri familiari, senza incorrere nel rischio di diventare “fiscalmente inaffidabile” secondo i parametri Isa.

Inoltre, come si può sperare di assicurarsi la collaborazione da categorie così pesantemente umiliate? E quale sarà la qualità della prestazione che si andrà ad ottenere? Ci chiediamo se il Paese, in una materia tanto spinosa e dibattuta, può permettersi di rischiare di avvalersi di analisi e relazioni non all’altezza dell’obiettivo che la Commissione si pone.

Il lavoro professionale prestato dietro l’accettazione di un corrispettivo equivalente a un rimborso spese dovrebbe essere sottoposto all’attenzione e alle sanzioni delle commissioni disciplinari degli ordini, in quanto lede le norme deontologiche della leale concorrenza tra professionisti.

ADC e ANC si augurano che ci sia una marcia indietro da parte della Commissione e che il Legislatore si rammenti di essere anche un riferimento etico, nel momento in cui stabilisce delle regole valide solo per sé.

ADC- ANC Comunicazione

CS_Compensi_04.03.20

LETTERA APERTA DEL PRESIDENTE ANC AI COLLEGHI

Lettera aperta ai Colleghi

Roma, 3 marzo 2020

 

Cari Colleghi,

nei mesi scorsi, in seno al Consiglio Nazionale, sono occorsi due episodi che hanno suscitato l’attenzione e le perplessità di molti Colleghi.

Episodi sui quali ANC è intervenuta presso il Presidente Miani e i Consiglieri, in ossequio al mandato prescritto dal nostro statuto: la tutela dei Colleghi. Tutela che, siamo convinti, si esercita anche attraverso la salvaguardia della credibilità della Categoria.

La prima vicenda riguarda l’atto di sfiducia verso il Vicepresidente del Consiglio Nazionale Davide Di Russo, lo scorso 18 dicembre, mentre la seconda attiene alla decisione, sempre del Consiglio Nazionale, di attuare i passi formali necessari che precedono la messa in liquidazione della Fondazione ADR Commercialisti.

Vicende che, a parere della nostra associazione, non hanno giovato all’immagine della nostra professione, anche a causa delle conseguenti uscite sulla stampa specializzata. Scelte che hanno inasprito la conflittualità interna alla Categoria e che, senza alcun dubbio, hanno indebolito la nostra presenza ai tavoli istituzionali.

Due atti estremi e, per quanto ci è dato di valutare, senza una visione strategica, anche perché realizzati negli ultimi mesi di mandato.

Su entrambe le questioni, come sempre, nel rispetto dei principi che regolano il corretto andamento dei rapporti istituzionali, l’ANC ha provveduto a scrivere al Presidente Miani e ai Consiglieri tutti per esprimere il proprio dissenso e per chiedere le ragioni di entrambi gli atti.

Conoscendone le motivazioni, forse, sarebbe emerso l’ipotetico vantaggio che queste scelte avrebbero dovuto generare per la nostra Professione, vantaggio che oggi proprio non riusciamo ad intravedere.

Fino ad oggi, l’ANC ha ritenuto di mantenere riservate le due missive nell’ambito dei propri vertici, del Consiglio Nazionale e dei Presidenti degli Ordini, in attesa di un chiarimento che, a distanza di diverse settimane, non è ancora pervenuto.

Pertanto, con rammarico, ma al contempo in ossequio ad uno dei nostri principi cardine, ovvero l’informazione costante ai Colleghi su tutto ciò che riguarda la nostra Professione, abbiamo deciso di “aprire le lettere” all’intera Categoria, convinti del fatto che anche una mancata risposta sia di fatto una risposta e che anche di questo silenzio vadano informati gli iscritti.

Un cordiale saluto.

Marco Cuchel – Presidente ANC

 

19_Lettera aperta ai colleghi

All. 1_ Lettera aperta Presidente e Consiglieri CNDCEC 23.12.2019

All. 2_12_Pres e Cons CNDCEC

 

COMUNICATO ADC-ANC 03.03.2020 – PROROGA ADEMPIMENTI PER EMERGENZA

ADC – ANC

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

EMERGENZA SANITARIA

LE MISURE DEL GOVERNO A SOSTEGNO DI CITTADINI E IMPRESE

 Roma, 3 marzo 2020

I Presidenti ADC Maria Pia Nucera e ANC Marco Cuchel esprimono soddisfazione per l’adozione da parte del Governo, su proposta anche del Ministro dell’Economia e delle Finanze Gualtieri, delle prime misure a sostegno dei cittadini e delle imprese che si trovano in difficoltà a seguito dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus.

Era chiaro che fosse determinante intervenire tempestivamente anche sul fronte delle scadenze fiscali e oltre alla misure che interessano le zone più direttamente colpite dall’emergenza, è importante che alcuni provvedimenti siano stati estesi a tutto il territorio nazionale, come lo slittamento dei termini per la presentazione del modello 730 e quello per l’invio della Certificazione Unica.

Il MEF ha dato prova di riconoscere che anche il comparto delle professioni economiche è in difficoltà e questi provvedimenti sicuramente saranno di aiuto ai professionisti per svolgere il loro lavoro.

Le misure introdotte sono importanti e costituiscono una prima risposta da parte delle Istituzioni, tuttavia, la gravità della situazione è tale che altri interventi si renderanno necessari per fare in modo che i diversi settori dell’economia, oggi in grande sofferenza, possano ricevere tutti un adeguato sostegno per fronteggiare la crisi.

ADC- ANC Comunicazione

CS ADC-ANC 03.03.2020_Proroga adempimenti per emergenza