SE CHI GOVERNA LA DIGA NON RICONOSCE LA PIENA, L’INONDAZIONE E’ UN RISCHIO CONCRETO

COMUNICATO STAMPA

Se chi governa la diga non riconosce la piena, l’inondazione

è un rischio concreto

Roma, 19 dicembre 2012.

Le professioni non ordinistiche hanno da oggi una legge che regolamenta la loro attività e che ne definisce gli ambiti di intervento.

L’ANC, per il tramite del suo presidente Marco Cuchel, esprime alcune perplessità: in primis l’iter che ha portato alla definitiva approvazione di questa norma ha visto molti spettatori e pochi, oltre che poco incisivi, tentativi di intervento da parte di coloro che alla formulazione di questa norma si dicevano contrari. “E’ stato perso tempo prezioso sulla terminologia, rispetto alla quale, per altro, poco o niente si è ottenuto, piuttosto che cercare di accompagnare il processo di riconoscimento di queste attività, proponendo di farle rientrare nell’alveo delle professioni ordinistiche su piani diversi e prevedendo per loro uno specifico profilo ed un perimetro ben delineato. E’ stata invece lasciata loro un’intera prateria sulla quale operare, nella convinzione che mai si sarebbe arrivati all’approvazione; si è dormito sugli allori, nella certezza che nulla sarebbe cambiato”.

“Il danno”, sostiene Cuchel “non è tanto aver dato ad attività qualificate un ambito nel quale possano muoversi e grazie al quale siano riconoscibili, piuttosto, quello di aver creato un sistema a due velocità. Mi riferisco in particolare all’attività afferente alla competenze dei commercialisti, che come sappiamo, tranne che per pochissime sfere, non godono di alcuna riserva. In questo caso chi svolge un’attività in concorrenza con noi professionisti iscritti all’ordine, si trova libero da molti dei vincoli e degli obblighi che il nostro ordinamento ci impone”

“Non è la concorrenza a fare paura ai professionisti, dal momento che nel mercato già ci siamo, è la possibilità che sarà data a chi esercita la nostra stessa attività, di poterlo fare avvalendosi di regole molto più lasche rispetto a quelle che governano la nostra professione”

“In un contesto come quello che si va profilando il rischio di confusione per il cittadino utente aumenterà notevolmente, quando si troverà di fronte a due soggetti esercenti la stessa attività ed entrambi riconosciuti dalla legge, ignorandone i rispettivi percorsi formativi e di accesso alla professione”

L’ANC si augura che nella prossima legislatura si apra nuovamente un tavolo di discussione in grado di rivedere le norme contenute nella legge.