COMUNICATO STAMPA

L’INPS SBAGLIA LE CERTIFICAZIONI UNICHE MA A PAGARE SONO I CONTRIBUENTI

Roma, 11 dicembre 2020

Un numero imprecisato di contribuenti sta ricevendo dall’INPS una sconcertante quanto laconica comunicazione, ai limiti della burla, che annuncia candidamente la non corrispondenza delle somme calcolate per il 2019 con quelle effettivamente erogate o trattenute. A questa notizia, segue quella della necessità di ripresentare la dichiarazione fiscale con la nuova certificazione, quando oramai i termini sono scaduti da tempo. La situazione paradossale e infernale che viene pertanto a crearsi è la seguente:

  • le maggiorazioni di legge sono interamente scaricate sul cittadino, così come lo è il  costo delle competenze dovute agli intermediari (professionisti e caf);
  •  neanche le dichiarazioni precompilate, quelle che per antonomasia dovrebbero essere esenti da errori, rimangono indenni, pertanto dovranno essere ripresentate, con gli stessi oneri previsti per le altre;
  • le nuove CU abbiamo che abbiamo avuto modo di vedere e che “annullano e sostituiscono” le precedenti sono datate 31/03/2020, emesse il 27/11/2020 e inviate con lettera datata 09/12/2020.
  • nella  lettera di accompagnamento, a firma del Direttore, si invita candidamente a ripresentare la dichiarazione, glissando completamente sul fatto che nulla può essere ripresentato senza incorrere in sanzioni
  • viene totalmente meno il principio del legittimo affidamento, all’interno del quale il cittadino dovrebbe essere al riparo da atti sanzionatori.

Il fatto è di una gravità senza precedenti, soprattutto per la naturalezza con la quale l’amministrazione pubblica si autoproclama libera da qualsiasi obbligo di riparare in prima persona agli errori da lei commessi, quando professionisti e cittadini per il minimo errore formale sono sanzionati, e anche duramente

Da parte dei vertici dell’Inps nessuna comunicazione ufficiale che spieghi cosa sia accaduto e perché, nessuna assunzione di responsabilità: si va direttamente sui malcapitati, con laconici riferimenti “all’eventuale (!) disagio”, a chiedere di pagare per errori non loro.

“Con questa ulteriore brutta pagina che oggi scrive l’Inps siamo oltre la violazione dello Statuto del Contribuente, a cui siamo abituati, siamo al sadismo di Stato” dichiara il Presidente ANC Marco Cuchel.Come professionisti, paghiamo sempre per gli eventuali errori che commettiamo, ma ora ci rifiutiamo categoricamente di riaprire dichiarazioni sbagliate per errori della P.A., la quale ha il dovere di trovare un’altra strada per riparare alle proprie sviste. A cosa dobbiamo ancora assistere prima che i vertici Inps si decidano a prendere atto della serie di débacles di cui hanno dato prova e a fare un passo indietro di fronte alla propria inadeguatezza?”

ANC – Comunicazione

CS ANC 11.12.2020_Nuove_CU

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