CS ANC 04.02.2025 |  LIMITAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ DEI SINDACI: ORA SIAMO A UN PASSO DALL’APPROVAZIONE

COMUNICATO STAMPA

 LIMITAZIONE DELLA RESPONSABILITÀ DEI SINDACI: ORA SIAMO A UN PASSO DALL’APPROVAZIONE

 

Roma, 4 febbraio 2025

Con l’approvazione da parte della Commissione Giustizia del Senato, il disegno di legge 1155, che limita la responsabilità dei componenti dei collegi sindacali, si avvicina al traguardo finale. Ora manca solo il voto dell’Aula per renderlo definitivo.

“Ci aspettiamo” dichiara Marco Cuchel, Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti “che il Senato confermi rapidamente questo importante passo avanti. È un risultato che abbiamo costruito con determinazione e che oggi vediamo concretizzarsi.”

Questa riforma non è il frutto del caso, ma della capacità delle professioni di fare fronte comune.  “L’unità del comparto, e in particolare della categoria dei commercialisti, ha fatto la differenza” prosegue Cuchel “e questo deve essere un messaggio chiaro: quando si rema tutti nella stessa direzione, si possono ottenere cambiamenti reali.”

Naturalmente, ci sono ancora aspetti che dovranno essere migliorati, come il calcolo del limite massimo del risarcimento danni, la retroattività della norma e l’estensione ai revisori legali. Ma ogni cosa ha il suo tempo.

“Oggi il nostro obiettivo” conclude Cuchel “è arrivare al risultato e far sì che la nuova disciplina sia legge. Le modifiche verranno dopo, perché ora la priorità è assicurare ai sindaci una tutela che aspettano da troppo tempo”.

 ANC Comunicazione

CS 04.02.2025_Responsabilità Sindaci

CS ANC 31.01.20255 | SANZIONI AMMINISTRATIVE, URGENTE LA REVISIONE DEL SISTEMA SANZIONATORIO DEI PROFESSIONISTI

COMUNICATO STAMPA

SANZIONI AMMINISTRATIVE

URGENTE LA REVISIONE DEL SISTEMA SANZIONATORIO DEI PROFESSIONISTI

Roma, 31 gennaio 2025

In materia di sanzioni amministrative, l’art. 9 del d.lgs. 472 del 1997 riguardo al concorso di persone prevede:

  1. Quando più persone concorrono in una violazione, ciascuna di esse soggiace alla sanzione  per  questa disposta. Tuttavia, quando la violazione consiste nell’omissione di un comportamento cui sono obbligati in solido più soggetti, è irrogata una sola sanzione e il pagamento eseguito da uno dei responsabili libera tutti gli altri, salvo il diritto di regresso.

Tale disposizione, mai stata modificata dalla sua entrata in vigore, viene riproposta nel nuovo Testo Unico delle sanzioni – d.lgs. 5 novembre 2024 n. 173, all’articolo 101.

Il Decreto Legge 269/2003 ha a suo tempo modificato il criterio della responsabilità tributaria di manager, amministratori e dipendenti, reintroducendo, di fatto, con l’art. 7, il principio secondo il quale le sanzioni amministrative di carattere fiscale, per società o enti con personalità giuridica, restano esclusivamente a carico della persona giuridica ovvero del soggetto che ha tratto effettivo beneficio dalla violazione.

L’amministratore dunque non risponde in proprio sulla base di tale disposizione, ma se non risponde chi commette la violazione, come può allora rispondere in concorso il professionista che assiste la società?

La Corte di Cassazione, in passato, aveva avallato tale impostazione; tuttavia recenti sentenze (n. 20697/2024 ed altre successive) sostengono che, a dispetto dell’assenza di una responsabilità in proprio dell’amministratore, sussiste comunque la responsabilità in concorso del professionista.

Costituisce sicuramente una criticità, per la cui risoluzione l’Associazione Nazionale Commercialisti da anni fa appello al legislatore, il fatto che l’art. 7 della norma in vigore si riferisca esclusivamente ai soggetti che rappresentano le società, mentre a questo punto è assai concreto il rischio che i professionisti possano rispondere per le sanzioni.

“Sosteniamo da tempo” spiega Marco Cuchel Presidente dell’ANC “l’opportunità che al professionista sia concessa la possibilità di andare esente da sanzioni tributarie, estendendo il quadro legislativo introdotto con il D.L. 269/2003. La responsabilità per le violazioni o le irregolarità, commesse nello svolgimento dell’incarico professionale, deve gravare sul solo contribuente nell’interesse del quale viene svolta l’attività professionale di consulenza ed assistenza fiscale e tributaria.

Naturalmente, resta fermo che, qualora ne ricorrano i presupposti, il contribuente ben potrà agire nei confronti del professionista sulla base degli incarichi affidati.

Al MEF, che sappiamo essere attualmente impegnato sul tema di riforma del sistema sanzionatorio, ANC intende rappresentare l’opportunità non solo di un intervento di interpretazione autentica dell’art. 9 del Decreto Lgs. 472/97, ma anche di un provvedimento che estenda le disposizioni di cui all’art. 7 del Decreto Legge 269/2003 ai soggetti diversi dalle persone giuridiche e quindi anche ai professionisti.

ANC Comunicazione

CS_31.01.2025_Responsabilità professionisti

Economy Magazine Gennaio 2025 – Articolo Presidente ANC

Di seguito pubblichiamo il numero di gennaio della testata Economy Magazine che ospita un articolo a firma del Presidente ANC (pag. 116).

Quel gran flop del concordato preventivo

Tra illegittimità costituzionali, riapertura dei termini e un’ossessiva campagna intimidatoria, il 12 dicembre sono scaduti anche i tempi supplementari, ed è arrivata l’ora di fare i conti. Che difficilmente torneranno

Economy84_Gennaio2025

CS ANC 09.01.2025 – ESTENSIONE TUTELE PROFESSIONISTI, POSITIVA L’APERTURA DEL MINISTRO DEL LAVORO

COMUNICATO STAMPA

ESTENSIONE TUTELE PROFESSIONISTI

POSITIVA L’APERTURA DEL MINISTRO DEL LAVORO

 

Roma, 9 gennaio 2025

Il tema dell’estensione del differimento dei termini per malattia e infortunio del professionista è stato affrontato in occasione del Questione Time di ieri alla Camera a seguito dell’iniziativa dell’On.le Andrea De Bertoldi, il cui emendamento alla Legge di Bilancio 2025 ha purtroppo ricevuto parere contrario.

È assolutamente positiva la posizione di apertura espressa ieri dal Ministro del Lavoro, Marina Calderone, che pur avendo evidenziato le criticità della misura proposta sul piano della possibilità concreta di una sua attuazione, ha riconosciuto l’importanza della materia, ritenendola meritevole di un approfondimento al fine di poter individuare modalità di gestione della sospensione degli adempimenti previdenziali che permettano di conseguire i benefici attesi dalla platea dei professionisti”.

Con queste parole il Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti Marco Cuchel commenta l’intervento del Ministro del Lavoro al Question Time e intende ribadire l’importanza del riconoscimento del diritto alla salute avvenuto nel 2021, grazie proprio ad un emendamento con primo firmatario l’On.le De Bertoldi, al quale l’Associazione rivolge il suo ringraziamento per l’impegno profuso, assicurando altresì il proprio sostegno a tutte le iniziative che si prefiggono il miglioramento dell’attuale normativa con l’ampliamento delle tutele a beneficio dei professionisti.

Dopo due decenni di battaglie che sul tema sono state portate avanti dall’ANC con ferma determinazione, è stato possibile conseguire il risultato storico che l’attuale legge sulla malattia e infortuni del professionista rappresenta, nonostante questo, fin da subito, dall’Associazione è stata sostenuta, con altrettanta determinazione, la necessità di migliorare la normativa sia sul piano dei contenuti, sia per quanto riguarda la sua applicazione.

Le criticità che sono state evidenziate dal Ministro Calderone sono oggettive e devono quindi poter essere affrontate adeguatamente, ma evidentemente queste non possono mettere in discussione l’opportunità del riconoscimento di un diritto costituzionalmente sancito qual è quello alla salute.

“Per questo motivo” conclude Cuchel “ci aspettiamo dal Governo un impegno volto all’individuazione di procedure che rendano praticabile l’ampliamento delle misure di tutela dei professionisti, auspicando che ciò possa avere luogo attraverso un processo di confronto in grado di interessare i diversi soggetti coinvolti e al quale l’ANC sarebbe ben lieta di poter contribuire”.

ANC Comunicazione

CS 09.01.2025 Estensione tutele professionisti

 

 

CS 23.12.2024 – ESTENSIONE TUTELE PROFESSIONISTI, LO STOP DEL GOVERNO UN GRAVE PASSO INDIETRO

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ESTENSIONE TUTELE PROFESSIONISTI

LO STOP DEL GOVERNO UN GRAVE PASSO INDIETRO

 Roma, 23 dicembre 2024

Ha ricevuto parere contrario l’ordine del giorno alla Legge di Bilancio 2025, presentato dal Senatore Andrea De Bertoldi, per estendere il differimento dei termini per malattia e infortunio del professionista anche agli adempimenti di natura previdenziale.

Nel dicembre 2021, grazie proprio ad un emendamento con primo firmatario il Sen. De Bertoldi, è stato finalmente riconosciuto anche ai professionisti il diritto alla salute con una legge di assoluto buon senso.

“L’Associazione Nazionale Commercialisti” spiega il Presidente Marco Cuchel “sin dalla sua introduzione ha espresso la necessità di migliorare il provvedimento affinché potesse trovare una piena attuazione in forza di una sospensione dei termini riguardante tutti gli adempimenti civilistici, amministrativi, fiscali e previdenziali, ragione per la quale lo stop del Governo rappresenta una battuta d’arresto incomprensibile, che desta profonda amarezza e delusione”.

“Fermo restando che ANC continuerà ad essere impegnata su questo fronte e a tenere alta l’attenzione del legislatore su un tema evidentemente cruciale per la categoria, il nostro auspicio” conclude il Presidente Cuchelè che il Governo torni sui suoi passi e decida di aprire alla possibilità di migliorare la legge attuale, ampliando le tutele a beneficio di tutti i  professionisti.”

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CS 23.12.2024 Stop estensione tutele professionisti

CS 20.12.2024 – CHIUSURA ANTICIPATA DELLA “DECONTRIBUZIONE SUD”. UN COLPO DURISSIMO PER LE AREE SVANTAGGIATE DEL PAESE, ATTENUATO DAL RECENTE EMENDAMENTO CHE APRE ALLA NUOVA DECONTRIBUZIONE

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CHIUSURA ANTICIPATA DELLA “DECONTRIBUZIONE SUD”. UN COLPO DURISSIMO PER LE AREE SVANTAGGIATE DEL PAESE, ATTENUATO DAL RECENTE EMENDAMENTO CHE APRE ALLA NUOVA DECONTRIBUZIONE

Roma, 20 dicembre 2024

L’Associazione Nazionale Commercialisti esprime preoccupazione per lo stop della riduzione contributiva, istituita dalla Legge 30 dicembre 2020, n. 178, art. 161-167, nota come “Decontribuzione Sud” che, con riferimento ai contratti di lavoro subordinato stipulati entro il 30 giugno 2024, sarà vigente fino al 31 dicembre 2024 (art.72 della Legge di Bilancio 2025).

La norma aveva concesso una boccata d’ossigeno alle imprese, già gravate da alti costi del lavoro e impegnate a fronteggiare le note difficoltà economiche del Mezzogiorno, ulteriormente aggravate dagli effetti della pandemia da Covid-19.

“Gli effetti negativi dell’interruzione della decontribuzione sud non sono difficili da ipotizzare” dichiara il Presidente ANC Marco Cuchel “a partire da un impatto potenzialmente devastante sulle imprese e sull’occupazione. Con l’aumento dei costi contributivi, infatti, molte aziende saranno costrette a rivedere i propri piani economici, con il concreto rischio di perdita occupazionale in aree del Paese già caratterizzate da alti tassi di disoccupazione. La decontribuzione sud aveva contribuito a ridurre, seppur in parte, il gap competitivo tra le imprese delle aree svantaggiate e quelle del resto del Paese. La sua interruzione rischia di acuire le disparità territoriali”.

L’ANC accoglie dunque con favore l’emendamento del governo all’art. 72 che apre ad una nuova decontribuzione, seppur ridotta di cinque punti percentuali e con un valore massimo di utilizzo.

Rimane al contempo il fondato timore che la nuova misura non si riveli sufficiente a colmare l’impatto della perdita di una parte dei benefici per i datori di lavoro delle aree svantaggiate del Paese.

Il cauto ottimismo se, come sembrerebbe, sarà confermato il provvedimento, potrebbe essere vanificato se la concreta attuazione tarderà a realizzarsi. In attesa, infatti, che l’INPS provveda ad emanare la circolare volta a chiarire le modalità necessarie alla fruizione della nuova misura, i datori di lavoro interessati dovranno mettere in conto maggiori oneri contributivi per i primi mesi del nuovo anno.

Quanto invece alla decontribuzione prevista dal novellato comma 3-nonies e seguenti, afferente i datori di lavoro privati che non rientrano nella nozione di micro, piccola e media impresa ai sensi dell’Allegato I del Regolamento (UE) 2014/651, meno confortante è la previsione del comma 3-sexiesdecies che subordina la concessione dello sgravio all’autorizzazione della Commissione europea.

Per i datori di lavoro del mezzogiorno d’Italia, che avevano effettuato una programmazione sul lungo termine di piani di crescita occupazionale connessi allo sviluppo aziendale, si prospetta un inizio d’anno non ancora chiaramente delineato.

L’ANC rivolge pertanto un appello al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali affinché provveda con interventi tempestivi a scongiurare i gravi effetti generati dalla intempestiva fruizione della nuova decontribuzione.

È fondamentale individuare soluzioni strutturali a lungo termine, volte a ridurre il costo del lavoro nelle aree svantaggiate e rafforzare con tempestività gli strumenti di supporto al lavoro e alle imprese per favorire investimenti e garantire la crescita economica del Sud nonché evitare un’ulteriore marginalizzazione del Mezzogiorno e al contempo proteggere migliaia di posti di lavoro, promuovendo una crescita sostenibile ed equa su tutto il territorio nazionale.

ANC Comunicazione

CS 20.12.2024 Decontribuzione Sud

 

 

 

CS 18.12.2024 –  Stop ai Revisori del MEF nelle società, Non è una vittoria, ma l’ennesima prova della sfiducia nei confronti dei professionisti

Comunicato stampa

 Stop ai Revisori del MEF nelle società

Non è una vittoria, ma l’ennesima prova della sfiducia nei confronti dei professionisti

Roma, 18 dicembre 2024

È di questi giorni la notizia dello stop definitivo all’invio dei revisori del MEF nei collegi sindacali delle società che ricevono contributi pubblici, notizia che, stando a quanto espresso dal nostro Consiglio Nazionale, dovrebbe ritenersi un successo della categoria.

La notizia dovrebbe lasciar tirare un sospiro di sollievo circa la riguadagnata fiducia nei professionisti componenti di organi di controllo, in realtà l’introduzione di un nuovo adempimento desta perplessità ed anche amarezza.

In sostituzione della presenza dei revisori ministeriali, si prevede, infatti, la compilazione di un apposito prospetto volto alla rendicontazione dell’utilizzo dei contributi pubblici. Si tratta di una innovazione che delinea ben altro che un risultato concreto e che conferma la sconfortante sfiducia riposta nei professionisti dediti alle verifiche sindacali, tra i quali i commercialisti, un atteggiamento che dovrebbe indignare e non essere ricondotto a misure di successo.

Non c’è da gioire se i valori di professionalità e correttezza vengono messi in discussione, fino al punto di dover introdurre una norma per controllare l’attività di un organo di controllo, la cui attività, tra le altre, è proprio quella di accertare che l’utilizzo dei contributi avvenga nel rispetto delle finalità per i quali gli stessi sono concessi.

A nostro avviso, quando le competenze e la professionalità dei commercialisti sono messe in discussione, si renderebbe necessario intervenire con fermezza a difesa delle prerogative della categoria.

ANC Comunicazione

CS 18.12.2024 – Revisori Mef