MEDIASET TG5 25.05.2020
Il Presidente ANC Marco Cuchel parla dell’esclusione dei professionisti dal contributo a fondo perduto e dal bonus di 1000 euro.
ADC – AIDC – ANC – ANDOC – FIDDOC – SIC – UNAGRACO – UNGDCEC – UNICO
COMUNICATO STAMPA
DECRETO RILANCIO
ESCLUSIONE DEI PROFESSIONISTI DAI CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO
LA LORO NON È ATTIVITÀ DI IMPRESA, SONO SOLO “PERSONE”
Roma, 22 maggio 2020
Dopo le sorprendenti dichiarazioni del Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri alla trasmissione “Piazza Pulita” secondo cui i professionisti sono esclusi dai contributi a fondo perduto che il Decreto Rilancio prevede per i soggetti titolari di attività di impresa in quanto sono “solo persone”, le Associazioni nazionali dei commercialisti, riunite in coordinamento, hanno deciso di rivolgersi al Ministro per chiedere una rettifica delle sue affermazione e, una volta per tutte, un po’ di chiarezza normativa che renda ragione e dignità a tutte le categorie produttive di questo Paese.
Secondo il Ministro i professionisti ordinistici italiani, il cui costante impegno nell’assistere le imprese, anche e soprattutto in questa emergenza è stato sottolineato dalle Associazioni, sono “solo persone” e come tali hanno diritto ai benefici individuali ma non a quelli che la legge riconosce alle attività economiche e quindi agli imprenditori, ai commercianti e agli artigiani.
Con il Decreto Rilancio viene di fatto negato quanto riconosciuto con il precedente Decreto Liquidità nel quale il riferimento alle attività economiche è nell’ottica della Raccomandazione CE 361/2003 secondo cui impresa è “qualsiasi entità impegnata in un’attività economica, indipendentemente dalla sua forma giuridica”. Tale contraddizione è certamente grave ma ancor più grave è che il Ministro con le sue dichiarazioni ha dato prova di non rendersi neppure conto di questo stravolgimento del concetto di impresa.
“Ad oggi – scrivono i Presidenti Nazionali nella loro lettera – per noi professionisti ordinistici permane l’esclusione dalla misura dei 1.000 euro, permangono i limiti di reddito (previsti solo per noi) anche per aprile e maggio sul beneficio di 600 euro e non è previsto l’accesso ai contributi a fondo perduto, che sarebbero una boccata di ossigeno per tutte quelle micro-realtà che in questi mesi hanno lavorato senza sosta e senza profitto (“servizi essenziali” durante l’emergenza) per affrontare assieme allo Stato e ai cittadini una tragedia umana ed economica quale da generazioni non si era mai vista.”.
La mancata partecipazione dei Consigli Nazionali dei Dottori Commercialisti e dei Consulenti del Lavoro alla riunione convocata per oggi dall’Agenzia delle Entrate sulla gestione tecnica dei contributi a fondo perduto introdotti dal Decreto Rilancio, è senza dubbio una decisione netta che esprime una contrarietà profonda nei confronti della decisione di escludere i professionisti. Alle reazioni che sono trapelate da parte dell’Agenzia delle Entrate le Associazioni hanno ritenuto di rispondere indirizzando al Direttore Ruffini una lettera.
Alla preoccupazione dell’Agenzia delle Entrate che i clienti dei professionisti e le piccole imprese, artigiani e commercianti, possano avere danno dalla decisione delle rappresentanze dei commercialisti e dei consulenti del lavoro di non prendere parte all’incontro, le Associazioni hanno risposto per rassicurare e ricordare all’Agenzia e al suo Direttore “che i professionisti non hanno mai smesso di essere vicino ai loro clienti, sono continuamente partecipi delle difficoltà che vivono le imprese, soprattutto anche quando queste difficoltà sono determinate proprio dall’Amministrazione Finanziaria, i cui ritardi, imprecisioni ed errori gettano sovente le imprese e i cittadini contribuenti in una sorta di labirinto, dal quale spesso è possibile uscire solo grazie al lavoro e alla competenza dei professionisti.”.
Al Direttore Ruffini i Presidenti nazionali hanno rappresentato l’opportunità che l’Agenzia delle Entrate si preoccupi innanzitutto del proprio operato, avendo consapevolezza del fatto che i professionisti hanno dimostrato in questi anni di dover supplire alle inefficienze dell’Amministrazione Finanziaria, che in più occasioni ha dato prova di inadeguatezza.
Comunicazione ADC-AIDC-ANC- ANDOC-FIDDOC-SIC-UNAGRACO-UNGDCEC-UNICO
Di seguito le lettere che le Associazioni di categoria hanno indirizzato al Ministro Gualtieri e al Direttore Ruffini.
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
IL CONTRIBUTO FANTASMA
Roma, 19 maggio 2020
Oltre al danno, la beffa! I commercialisti scoprono che nelle versioni ahimè ancora ufficiose del DL Rilancio il mondo delle libere professioni non esiste.
I Professionisti con cassa autonoma (Dottori Commercialisti, Medici, Ingegneri, Avvocati, …) sono stati arbitrariamente esclusi dai soggetti beneficiari di una delle misure di sostegno al reddito: non sono infatti più annoverati tra le attività economiche che possono richiedere un contributo in conto esercizio, commisurato alla riduzione effettiva del fatturato ad aprile 2020, rispetto all’esercizio precedente. Oltre un milione di donne ed uomini iscritti ad un albo professionali sono perciò dimenticati, o peggio volutamente ignorati.
Con grande stupore ci chiediamo: che sia l’ennesima, reiterata, incomprensibile, ingiustificabile e “antipatica” disattenzione del legislatore? Lo stesso legislatore che, quando ne ha avuto bisogno – in pieno lockdown da pandemia – si è invece ricordato dei professionisti, decretandoli “attività essenziali”? Con amarezza, prendiamo atto che la risposta non può che essere negativa: non si tratta di una mera distrazione, ma di una voluta, specifica esclusione dei professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria. Se tale formulazione contenuta in bozza fosse confermata nella stesura definitiva del decreto – come oramai parrebbe evidente – si tratterebbe, quindi, di una estromissione intenzionale, mirata nei confronti delle professioni ordinistiche.
Non chiediamo scorciatoie o privilegi. Al contrario, ci aspettiamo di essere trattati come tutti gli imprenditori ed i lavoratori autonomi del nostro Paese. Auspichiamo perciò che il Decreto – quello che attendiamo con ansia per rispondere ai clienti che quotidianamente annunciano “ma il Premier ha detto che…” – venga finalmente alla luce, in un testo però che confermi la spettanza del contributo anche in capo ai professionisti dotati di “cassa privata”.
Diversamente, speriamo almeno che il Parlamento possa, nel corso dell’iter di approvazione del DL Rilancio, correggere questa ignominia, eliminando questa insensata discriminazione. In caso contrario, valuteremo con i nostri iscritti tutte le più opportune iniziative da intraprendere, che non potranno che essere proporzionate al sentimento di forte sconcerto, che mai come in questo momento alberga in tutte le donne e gli uomini della categoria. Simili circostanze, infatti, creano un clima di tensione sociale, di cui tutti, invece, faremmo volentieri a meno; siamo parte del tessuto produttivo di questo Paese e nella nostra attività quotidianamente assistiamo imprese e lavoratori autonomi. Potremmo pure essere scomodi per alcuni, ma sappiamo sicuramente di essere essenziali. Non possiamo comprendere, allora, perché, anche in presenza di rilevanti cali di fatturato, ci si debba escludere dal contributo a fondo perduto. Siamo davvero stanchi e non siamo più disposti ad accettare di essere messi da parte.
Se dovesse continuare ad essere questa la strada intrapresa nei nostri confronti, non potremo che avviare le azioni del caso, con la consapevolezza che di fronte a simili provvedimenti l’adesione ad ogni eventuale forma di protesta non potrà che essere massiccia.
ADC – Maria Pia Nucera
AIDC – Andrea Ferrari
ANC – Marco Cuchel
ANDOC – Amelia Luca
FIDDOC – Antonella La Porta
SIC – Stefano Sfrappa
UNAGRACO – Giuseppe Diretto
UNGDCEC – Matteo De Lise
UNICO – Domenico Posca
comunicato congiunto 19 05 2020
ADC- ANC
COMUNICATO STAMPA
DECRETO RILANCIO
ASSENTE LA PROROGA PER IL VERSAMENTO DELLE IMPOSTE
Roma, 19 maggio 2020
Il Decreto Rilancio, in via di pubblicazione, non sembra prevedere alcuna proroga dei versamenti da autoliquidazione delle imposte Irpef e Ires per il saldo 2019 e il primo acconto 2020.
Su questo fronte sembrano confermate le attuali scadenze di pagamento e le relative modalità di rateizzazione delle imposte scaturenti con i prossimi modelli di dichiarazione dei redditi 2019 (al 30 giugno e al 30 luglio con la maggiorazione dello 0,40% – 30 novembre 2020 2° acconto 2020).
La bozza del Decreto Rilancio, pur rinviando ulteriormente la scadenza dei versamenti tributari ordinari, previsti originariamente al 16/3 – 16/04 – 18/05, al 16 settembre 2020, non tiene di fatto in opportuna considerazione le scadenze in calendario dal mese di giugno 2020.
Le Associazioni ADC e ANC, evidenziano congiuntamente i presidenti Maria Pia Nucera e Marco Cuchel, tra le misure proposte per rispondere allo stato di emergenza del Paese, ritengono fondamentale:
Nel caso di versamento in unica soluzione del saldo imposte e contributi 2019 (IRPEF/IRES/ INPS), per tutti i soggetti che possono beneficiare liberamente della proroga – sia titolari che non titolari di Partita Iva – il calendario da osservare, esclusivamente per il saldo 2019, potrebbe essere il seguente:
In caso di versamento rateizzato, invece, per tutte le categorie di contribuenti, il versamento del saldo 2019 potrebbe così avvenire:
Merita particolare attenzione la necessità di limitare la percentuale complessiva dovuta a titolo di acconti sul 2020 (Imposte sul Reddito IRPEF/IRES/INPS), limitandone l’effetto finanziario per i contribuenti ad un massimo del 60% delle imposte e contributi effettivamente dovuti per il 2020, consentendo una determinazione, oltre che sul reddito storico 2019, anche in via previsionale e senza sanzioni, se gli acconti complessivi versati saranno pari al 60% delle imposte e dei contributi dovuti per il 2020. Tali acconti potrebbero essere versati con le medesime modalità annunciate per l’acconto IRAP.
La gravità della situazione impone, sostengono i presidenti Nucera e Cuchel, un adeguato rinvio di tutti i pagamenti fiscali facendo in modo però che le diverse scadenze alla fine non si concentrino tutte nello stesso periodo, con il rischio di vanificare completamente i benefici stessi dello slittamento.
Pertanto, le Associazioni ADC e ANC ritengono doveroso tener conto dell’andamento reale e dell’attuale crisi finanziaria, svincolando i pagamenti degli acconti d’imposta dalle desuete regole la cui formulazione risale agli anni settanta.
ADC – ANC Comunicazione
L’art. 6 del bando “Impresa Sicura”, che dà attuazione all’art. 43 del decreto Cura Italia (erogazione attraverso Invitalia di contributi per la messa in sicurezza dei lavoratori), esclude gli studi professionali dai soggetti che possono beneficiare del contributo.
L’ANC ha indirizzato una lettera a Invitalia per chiedere una tempestiva correzione del bando.
Di seguito la missiva inviata dall’Associazione
Il Decreto Legge Liquidità n. 23 dell’8 aprile 2020 permette alle piccole e medie imprese e persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni, la cui attività d’impresa ha subito danni conseguenti all’emergenza COVID-19, la possibilità di richiedere un finanziamento fino a 25.000 euro garantito al 100% dal Fondo Centrale di Garanzia.
Per cercare di comprendere in generale il comportamento degli istituti di credito nel Paese rispetto a questa misura, l’Associazione Nazionale Commercialisti ha deciso di promuovere un sondaggio per chiedere ai commercialisti la loro esperienza in termini di richieste di finanziamento presentate e relativo esito.
Il questionario è da restituire compilato all’indirizzo segreteria@ancnazionale.it
Di seguito il questionario nella forma editabile.
Vi ringraziamo sin d’ora per la partecipazione.
Artigiani: ANC sostiene class action Conflavoro PMI contro FSBA ed EBNA –
L’appello del presidente Marco Cuchel
Roma, 04/05/2020
Conflavoro PMI ha avviato quella che si preannuncia come la più grande class action della storia italiana. Il ricorso è contro FSBA – Fondo di solidarietà bilaterale degli artigiani, e contro l’ente bilaterale EBNA. L’associazione presieduta da Roberto Capobianco, infatti, ha deciso di agire contro le pretese del fondo nei confronti degli artigiani danneggiati dalle restrizioni per Covid-19. Una battaglia importante subito sostenuta in pieno da ANC, l’Associazione nazionale commercialisti presieduta da Marco Cuchel.
“FSBA, come noto, ha avuto mandato dal decreto ‘Cura Italia’ di fare da intermediario pagatore per lo Stato nei confronti degli artigiani che richiedono l’assegno ordinario di integrazione salariale causa Covid-19. Un onere, certamente, – spiega Marco Cuchel – che però è finanziato completamente con 60 milioni di fondi statali, trattandosi a tutti gli effetti di un ammortizzatore sociale pubblico. Quindi nessun esborso a carico di FSBA, che però alle imprese artigiane facenti domanda di integrazione salariale chiede l’iscrizione e anche il versamento contributivo di 36 mensilità arretrate al loro fondo medesimo, che è di natura privatistica”.
“Ci sembra, francamente, improponibile e illegittimo chiedere denaro per accedere a un ammortizzatore sociale. Ed è per questo motivo – conclude il presidente di ANC – che invito tutti i nostri associati e gli artigiani d’Italia iscrittisi a FSBA dopo il 17 marzo 2020, o che debbano ancora farlo, ad aderire alla class action di Conflavoro PMI per riavere indietro i contributi eventualmente versati senza giusta causa. Del resto, il TAR del Lazio ha già emesso il primo decreto cautelare che ordina a FSBA ed EBNA di permettere l’immediata richiesta di integrazione salariale a un artigiano non iscritto al loro fondo. Ed è anche quello che prevede la circolare 47/2020 dell’Inps”.
“La class action è un atto dovuto a difesa di tutti gli artigiani italiani e della libertà di scelta di adesione o meno a un fondo privato. Oltretutto, lucrare su una situazione del genere è, secondo noi, gravissimo. Conflavoro PMI – spiega Roberto Capobianco – anche grazie al supporto di tutti i professionisti d’Italia come i commercialisti, andrà fino in fondo a questa vicenda e ci batteremo finché gli artigiani non avranno giustizia. Ringraziamo del grande sostegno anche lo studio legale Leone-Fell che istituirà il ricorso al Tar del Lazio. Tutte le informazioni sono reperibili facilmente su www.conflavoro.it”.